MATRIMONIO VICHINGO, UNO DEI RITI SIMBOLICI PIU' BELLI DELLA STORIA (pt. 1)

MATRIMONIO VICHINGO, UNO DEI RITI SIMBOLICI PIU' BELLI DELLA STORIA (pt. 1)

Amanti della storia e delle tradizioni norrene (e di Vikings, ammettiamolo!), ecco un viaggio alla scoperta del rito matrimoniale vichingo, uno dei più interessanti ed elaborati esistenti! Il viaggio è lungo, iniziamo subito!

IL TEMPO E IL MATRIMONIO

Nel matrimonio vichingo il tempo ha un’importanza particolare ed è scandito secondo usi e tradizioni. Ad esempio, il giorno stabilito per sposarsi era il venerdì, giorno dedicato alla dea Frigg, madre degli dei e divinità del matrimonio e della fertilità. La cerimonia durava una settimana, per cui cibo e bevande erano previsti in gran quantità e, per questo motivo, il momento preferito per sposarsi era un periodo vicino al raccolto e alla raccolta del miele.

Miele e matrimonio nella stessa frase, vi ricorda qualcosa? La famosa luna di miele ha origine proprio nelle usanze matrimoniali vichinghe!

La bevanda che gli sposi bevevano insieme agli invitati era la birra nuziale o idromele, fatto col miele appunto, che gli sposi avrebbero dovuto garantire per tutto il mese (lunare) successivo alle nozze!

LA SPOSA

Un vero e proprio rituale di passaggio e purificazione interessava la sposa. Questa, insieme alle damigelle (amiche già sposate e la madre, verosimilmente), veniva spogliata degli abiti e degli accessori che ne identificavano il suo status di vergine, come il kransen, una fascia o cerchietto che le vergini vichinghe indossavano sulla fronte e che, in occasione delle nozze, veniva conservato per consegnarlo alla futura figlia degli sposi. Dopo la svestizione, le donne si recavano in una sorta di sauna, con acqua corrente che sgorgava da tubi in legno, una camera del vapore e tanti, tanti fiori e saponi. Durante la “purificazione” le damigelle istruivano la futura sposa sui doveri coniugali e, a sauna finita, quest’ultima doveva gettarsi in una vasca di acqua fredda per restringere i pori e veniva cosparsa di olii, erbe e fiori per trasmettere alla fanciulla i benefici e i poteri afrodisiaci delle piante. Seguiva la vestizione, con abiti piuttosto semplici, e al posto del kransen, la sposa indossava la corona nuziale (spesso in argento con punte terminanti in croci incastonate con pietre preziose), tramandata da generazione in generazione.

LO SPOSO

Rito di passaggio anche per lo sposo, diverso ma molto intrigante. Ciò che si tramanda da padre in figlio è una spada che lo sposo deve recuperare nella tomba di un antenato (se non esisteva la tomba, la spada veniva posta in cumulo fittizio), simbolo del viaggio dello sposo dalla vecchia alla nuova vita. Spesso, lì, un fantasma degli antenati ricordava al futuro sposo il suo lignaggio e la necessità di espandere la famiglia. Recuperata la spada, anche lo sposo si immergeva nella sauna e, così come per la sposa, i suoi testimoni (il padre, i fratelli sposati e un testimone d’onore) gli davano consigli su come essere un buon marito e padre di famiglia. Alla cerimonia, con abiti semplici anche qui, lo sposo esibiva la sua spada e un martello, in onore al dio Thor e come simbolo di fermezza nel prendersi l’incarico di dar vita a una nuova famiglia.

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