MATRIMONIO IN SICILIA: TUTTO SULLE TRADIZIONI DELLA BELLA TRINACRIA (pt. 2)

Continua il viaggio in quel “sogno fatto in Sicilia” tanto caro a Leonardo Sciascia.

Nello scorso articolo abbiamo scoperto alcune delle tradizioni storiche legate al matrimonio in Sicilia, dai modi in cui un giovane chiedeva la mano della sua amata agli abiti da sposa blu delle belle siciliane. In questo articolo, le tradizioni non mancheranno e scopriremo cosa succedeva nel caso in cui l’amore era più forte del diniego dei genitori per procedere alle nozze

USANZE PRIMA DELLE NOZZE

Alcune di queste tradizioni sono mantenute ancora oggi in alcune parti dell’isola. Vediamole:

LA SERA DEL LETTO (o “a sira re letta”) Il giorno prima delle nozze la camera da letto dei futuri sposi diventava il luogo in cui ricevere i parenti e gli amici. In casa venivano accese tutte le luci che suggerivano agli invitati di poter entrare e questi si dirigevano nella stanza da letto dei futuri sposi in cui il letto veniva sistemato con lenzuola bianche e un cuscinetto con le fedi si trovava nel mezzo. Oggi come oggi, la tradizione mantiene “sacro” la ritualità del sistemare il letto nuziale da parte dei testimoni degli sposi ma la camera viene tenuta chiusa fino alla prima notte di nozze.

NB. I testimoni, o “compari d’anello”, sono soliti regalare le fedi agli sposi, come ulteriore segno di rinsaldamento del legame tra le due parti.

LO SCAMBIO DEI REGALI Rispetto alla consegna dei regali/buste che oggi riguarda la parte finale del ricevimento, un tempo (e ancora oggi per i più tradizionalisti) si usava consegnare i regali agli sposi prima della cerimonia in chiesa. Gli invitati si recavano a casa degli sposi e, accanto a un tavolo con i dolcetti da offrire agli invitati, questi lasciavano il proprio regalo in un tavolino appositamente creato.

Sapevate che un tempo non era usanza sposarsi nei mesi di maggio e agosto perché questi erano i mesi dedicati alla commemorazione dei defunti (calendario romano docet)?

QUANDO IL MATRIMONIO NON S’AVEVA DA FARE MA…

La Sicilia, fino a neanche un secolo fa, era una delle regioni in cui il matrimonio combinato era l’unica forma di unione nuziale accettata, sia per ragioni economiche che di “escalation sociale” (vi era una figura appositamente creata, “lu sansali” o “paraninfu”, che si cimentava nel combinare questi accordi).

L’età perfetta dell’uomo per sposarsi era 28 anni, 18 anni per la donna che, raggiunta la maggiore età, sognava di uscire dal giogo dei genitori e di avere una casa e una famiglia propria.

Ma cosa succedeva se il matrimonio non era di convenienza ma d’amore? Ostacolato in partenza, gli amanti avevano la possibilità di sposarsi tramite la cosiddetta “fuitina”. In sostanza, i futuri sposi scappavano dalle rispettive case contro la volontà dei propri genitori e se riuscivano a non farsi trovare per almeno tre giorni, erano legittimati a sposarsi e ufficializzare la loro unione.