La scelta del ristorante per la festa di nozze al tempo del Covid
Sono all'incirca 65mila, in tutta Italia, i matrimoni che dall'inizio della pandemia legata al coronavirus, sono stati cancellati per via delle misure di contenimento.
Federmep - Federmatrimoni ed Eventi Privati, lo hanno detto proprio qualche giorno addietro.
Un danno consistente per l'intero settore che sta tentando di ripartire e che già per la tarda primavera del 2021, prevede un incremento delle cerimonie rimandate lo scorso anno. Così, se per gli abiti, i giochi erano già fatti e a parte un'aggiustatina qua e là, potrebbero non esserci particolari problemi, resta da rivedere interamente il nodo legato al trattenimento o ricevimento nuziale.
A norma di legge, i “promessi sposi”, hanno potuto far valere la clausola per la risoluzione del contratto con il ristorante e anche la restituzione della caparra che solitamente si versa con largo anticipo.
La tendenza, anche alla luce dei nuovi Dpcm e dei vaccini, sembra essere quella di una rinegoziazione del contratto spostando la data e lasciando al fornitore la caparra già versata.
Molte coppie sembrano orientate comunque su dei locali che offrono terrazze all'aperto
o comunque molto grandi in modo da permettere il distanziamento dei tavoli e la possibilità in questo modo, di ospitare più invitati che comunque rimangono in numero inferiore rispetto alle feste antecedenti la pandemia. Occorrerà, nella scelta del ristorante, tenere presente l'ampiezza della sala, la disposizione dei tavoli che dovranno contenere meno dei 6/8 invitati che avevano in precedenza. Più spazio dunque, per potere mantenere il metro e mezzo di distanziamento e preferibilmente mettere allo stesso tavolo persone dello stesso nucleo familiare che abbiamo imparato a definire “congiunti”.
Addirittura, per la decorazione del tavolo, come segnaposto si comincia a suggerire di far trovare ad ogni ospite una bottiglietta di disinfettante per le mani magari abbellito da un fiocchetto o da un nastrino che richiami il colore del centrotavola.