IL MATRIMONIO BUDDISTA E' EQUILIBRIO, LIBERTA' E INTROSPEZIONE

L’amore è libertà: è questo uno dei principi cardine del buddismo, credo sempre più diffuso tra l’Europa e il resto del mondo. E a confermarlo è anche il matrimonio secondo il rito buddista, che porta con sé i concetti imprescindibili di serenità ed equilibrio, cardini su cui si fonda la religione buddista stessa.

CARATTERI GENERALI

Ciò che si deve sapere prima di ogni cosa è che, a differenza del matrimonio cattolico e similmente al matrimonio musulmano, il matrimonio nel rito buddista non è un sacramento e non è obbligatorio, ma una scelta libera di due innamorati che vogliono vivere la loro vita insieme (l’amore è libertà, equilibrio e armonia, ricordiamolo!) e decidono di condividere questa scelta insieme ad amici e parenti.

Basti pensare che in Italia, sul piano legale, il matrimonio buddista non è riconosciuto, a meno che non si celebri un rito civile all’italiana prima o dopo il rito buddista!

LESS IS MORE!

Il rito del matrimonio buddista ruota, come l’anima della sua filosofia, attorno allo spirito, il che comporta nessuna etichetta che regoli un particolare outfit o abbigliamento, anzi: più semplici sono gli abiti più coerente è il rito con la filosofia stessa. Al massimo, se dovete partecipare ad un rito nuziale buddista, vi verrà chiesto di lasciare le scarpe fuori dal tempio ed entrare scalzi, come segno di rispetto per la sacralità del posto.

Vietato l’abito bianco per la sposa che indosserà un vestito semplice e di un colore neutro. Il bianco, in base agli usi e i costumi, viene utilizzato come colore dell’outfit per presenziare alle celebrazioni funebri. Il tutto avviene all’insegna della semplicità esteriore per esaltare quanto più la dimensione spirituale!

IL RITO E LA CERIMONIA

Una volta entrati nel tempio consacrato a Budda, la cerimonia consta di più momenti, in un’alternarsi di letture e riti che si susseguono nel corso della celebrazione nuziale.

La prima lettura, obbligatoria per il matrimonio buddhista, è quella del Sutra del Loto, un testo fondante la religione buddista che evidenzia la natura terrena del Budda che è comune a quella di ogni persona. Segue lo scambio delle promesse degli sposi. Questo momento non prevede letture standard ma pensieri liberi, dettate dalla sensibilità di entrambi gli sposi.

Dopodiché hanno inizio una serie di rituali che suggellano l’unione delle anime: il primo atto è quello di bere tre sorsi di sakè che sono allegoria dei tre stati del tempo: passato, presente e futuro. Dopo gli sposi, anche i testimoni ripetono il rito. A seguire, lo scambio degli anelli, passaggio non obbligatorio ma ormai consolidato per il forte valore simbolico che ha nel mondo questo gesto.

A chiusura del rito, la lettura di tre Daimoku e l’unico passaggio obbligatorio che gli sposi devono tenere, ovvero l’accensione dell’incenso e delle candele, atto come segno di riconoscimento nei confronti del Budda e della sua benedizione nuziale.